"Ciâr de matina e ross de sira el fà bèll vòll dè de fira"
"Quando la mattina è chiara e la sera si tinge di rosso si avrà bel tempo per otto giorni di seguito"
"I fiûr i và piantaa d'aprîl perchè fiuréss anca el mànech del badîl"
"I fiori si devono piantare d'aprile perché in questo mese fiorisce anche il manico del badile"Aprile è il mese migliore. In questo mese fiorisce anche il manico del badile.
"Chi gh'ha minga sôrt el gh'ha sémper tôrt"
"Chi non ha fortuna ha sempre torto"Non è quindi importante essere dalla parte della ragione. Ciò che più conta è aver fortuna.
"Quând el sû el tramunta la maséra la se impunta"
"Quando la giornata è finita, è allora che la massaia si mette al lavoro"La frase è rivolta a chi aspetta l'ultimo momento per fare il proprio lavoro.
"Toeucc i can i mena la cua e toeucc i matt i voeur dé la sua"
"Ogni cane muove la coda e ogni matto vuol dire la sua"Così come è ovvio che i cani muovano la coda, è altrettanto ovvio che ogni matto voglia dir la sua.
"I cunsulazziun d'un òm i è dò: quând el pòrta a cà la spuśa e quând la ménen via"
"Due sono le consolazioni d'un uomo: quando porta a casa la sposa e quando la portano via (in una bara)""La prima aqua de agóst la cascia via i püres e i mosch"
"La prima pioggia di agosto caccia le pulci e le mosche"L'acqua di agosto preannuncia la fine della calura estiva e dei fastidiosi insetti.
"Macc ventûs an bundanziûs"
"Se maggio è ventoso, si avrà un anno di raccolto abbondante"Nel mondo contadino di un tempo molti erano i segnali, con più o meno fondamento, per prevedere l'abbondanza dei raccolti.
"Śvêlt a mangià, śvêlt a laurà"
"Svelto a mangiare, svelto anche nel lavoro"Quando uno è svelto ("deśvergiuu" nel dialetto lecchese) non perde tempo né quando mangia, né quando lavora.
"A pensà maa se fa maa ma se indüina"
"Se si pensa male (delle persone) si fa male ma si indovina"Così si diceva un tempo (ma c'è chi ne è ancora convinto) con alquanto cinismo e nessuna generosità nei confronti del prossimo.
"A stu mûnd cünta püsee la tòla che l'ôr"
"A questo mondo ha più valore la faccia tosta che l'oro""L'òm el prupon e la dòna la dispon"
"L'uomo propone e la donna dispone"
"La và mai maa per toeucc"
"Non va mai male a tutti"La frase può essere letta in senso consolatorio: prima o poi andrà bene anche a me, oppure in tutt'altro senso: quando va male ad alcuni, allora va bene ad altri.
"La consulazziun di disperaa, l'è de vedèn di àlter"
"La consolazione dei disperati sta nel vederne altri"Corrisponde all'italiano: mal comune mezzo gaudio, ma in dialetto il concetto è reso con ben maggiore senso dell'ironia.
"Chi è làder pensa che toeucc i ròba"
"Chi è ladro pensa che tutti rubino"Chi è disonesto è portato a pensare che tutti gli altri lo siano.
"I mestee o téndej o véndej"
"I mestieri, o accudirvi o disfarsene"Significa che per far fruttare un mestiere o un'attività occorre dedicarvisi con solerzia, altrimenti è meglio disfarsene.
"Vàntes cavagna che el mànech l'è rott"
"Vantati pure, cesto, ma il tuo manico è rotto"Si dice così di chi tiene un atteggiamento di superiorità nei confronti degli altri senza accorgersi delle proprie gravi magagne, rappresentate dal manico rotto del cesto.
"L'è catîf l'an beśèst ma l'è pèsc quèll che vee aprèss"
"L'anno bisestile è cattivo, ma è peggio quello che segue"Forse non tutti lo sapevano, limitandosi a pensare che fosse funesto l'anno bisestile. I nvece occorre guardarsi dall'anno che segue.
"Geent de cafè, geent de pòcch de chè"
"Le persone che frequentano i "caffè" valgono poco"Affermazione tipica di un tempo in cui al caffè o al bar che dir si voglia, soggiornavano soprattutto i fannulloni. "Vess un pòcch de chè" significava appunto essere un tipo che valeva poco.
"A fà s'impara a fà"
"Lavorando s'impara"Nella cultura contadina, in particolare, ma anche nella quotidianità del lavoro nelle officine, nulla era tanto prezioso come l'esperienza. La vera scuola dei giovanissimi lavoratori era la pratica di tutti i giorni per cui più si lavorava, più si imparava a lavorare.
"Fà i danee soeu la pèll d'un pieucc"
"Fare i soldi sulla pelle di un pidocchio"La frase è rivolta agli avari che approfittano di ogni occasione, anche la meno nobile, per far soldi.
"Cunt i avâr, biśugna vèss spilôrc"
"Con gli avari bisogna essere spilorci"Nessuna generosità con l'avaro. Occorre mettersi sul suo stesso piano.
"Per vîf san e scampà vècc ghe voeur trè ròbb: tanta papa, pòca pipa e mia de pèpa"
"Per vivere sani e raggiungere la tarda età occorrono tre cose: molto cibo, poco tabacco e niente donne"
"Mangià e murmurà, basta dumà incumincià"
"Mangiare e spettegolare, basta solo cominciare"Quando si inizia a mangiare ed a far pettegolezzi non si finirebbe mai.
"Mangià a s'cepacazzuu"
"Mangiare a quattro palmenti"La frase dialettale rende il concetto in modo ben più colorito ed icastico. Significava, infatti, mangiare con tanta foga e avidità al punto di rompere il mestolo di cui l'ingordo si serve.
"Chi mangia la gaìna di òlter impegna la sua"
"Chi mangia la gallina degli altri impegna la sua"Colui che è spesso invitato in casa altrui è moralmente invitato a restituire il favore.
"La toss l'è la trumbèta de la môrt"
"La tosse è un sintomo (la trumbèta) della morte"Un tempo la tosse poteva essere un sintomo di etisia, malattia quasi sempre mortale.
"A fà ben ai vilàn se troeuva cagaa in man"
"A far del bene ai villani, ci si trova la merda in mano"Mai essere gentili e generosi con chi non sa apprezzare: se ne ricaveranno solo insulti e dispetti.
"Genâr fa i pûnt e febrâr i a rûmp"
"Gennaio fa i ponti e febbraio li rompe"I ponti sono quelli di ghiaccio che poi a febbraio cominciano (non sempre) a sciogliersi.
"Voeuja de laurà sàltem adòss"
"Voglia di lavorare saltami addosso"Così si dice di chi aborre il lavoro, di chi predilige l'ozio alla pratica del lavoro quotidiano.
"O veend braga o crumpa cuu"
"Delle due l'una: o vender braga o comprare culo"Sapida sintesi popolare nei confronti di chi indossa un paio di calzoni troppo abbondanti.
"I môrt gh'han sèmper tôrt"
"I morti hanno sempre torto"Chi non si può difendere ci perde sempre.
"A muré se và foeura de toeutt i fastidi"
"Morendo ci si libera da tutti i fastidi"Verità lapalissiana, ma evidentemente consolatoria per i nostri vecchi.
"Per fa guaré un deent, biśugna mètech i radîs al sû"
"Per far guarire un dente, occorre mettere le radici al sole"Rimedio drastico e definitivo! L'unico modo per far guarire un dente è estrarlo.
"I tempurâl de nòtt fan pòcch o negótt"
"I temporali di notte fan poco o niente""Ogni fioeu pòrta adree el sò cavagnoeu"
"Ogni bambino nasce con il suo cestino"La provvidenza c'è per tutti e specialmente per un bimbo appena nato.
"Chi laurà cun cuscenza, de ròba i resta senza"
"Chi lavora con coscienza, si ritrova senza roba"Vuol dire che chi impiega una maggiore quantità di materiale nel confezionare un prodotto, presto ne resta senza.
"Aprîl el ghe n'ha trenta e se piuvèss trentün farèss dagn a nisün"
"Aprile ha trenta giorni, ma se piovesse per trentun giorni non farebbe male a nessuno"L'acqua d'aprile è una manna per il coltivatore e quindi ci si augura che piova il più possibile.
"Toeucc i mestee i gh'ha la sua malizzia"
"Tutti i mestieri hanno la loro malizia"Ogni mestiere ha le sue regole e i suoi segreti.
"I è sémper i strasc che va a la fula"
"Sono sempre gli stracci a finire nella gualchiera"La gualchiera, o folla, è l'impianto meccanico azionato dall'acqua che serviva per lavare e sodare i panni. Metaforicamente la frase significa che sono sempre i poveretti e gli sfortunati ad andare in malora.
"L'è la matina che fa la farina"
"E' la mattina che si fa la farina"Detto che sottolinea la produttività del lavoro mattutino.
"Chi gh'ha cuscenza nèta fa sémper vita quièta"
"Chi ha la coscienza pulita, conduce una vita quieta""Laurà a mànech mouela"
"Lavorare indefessamente""A veend per biśògn se ghe giunta sémper"
"Quando si vende per necessità, ci si rimette sempre"Mai vendere perché si ha l'acqua alla gola, gli altri se ne approfittano.
"Di calzun ghe n'è a muntun, ma de òmen ghe n'è pòcch"
"Molti sono i calzoni, ma pochi gli uomini"Non basta indossare un paio di calzoni per avere autorevolezza e forza morale.
"Se sa indùe se nass ma minga indùe se gh'ha de muré"
"Sappiamo dove siamo nati ma non dove dovremo morire""A Pasquèta un quardurèta"
"All'Epifania un quarto d'ora"
Per l'epifania il giorno si è allungato di un quarto d'ora.
"L'ôr el se proeuva soeul foeuch, la dòna cun l'ôr e l'òm cun la dòna"
"L'oro si prova sul fuoco, la donna con l'oro, l'uomo con la donna"L'oro si prova, come si sa, sul fuoco; la donna la si valuta nella misura in cui sa resistere alle lusinghe dell'oro e della ricchezza; e l'uomo lo si giudica dal modo con cui sa trattare una donna.
"Ai buśârd se creed minga gnanca quând diśen la veritaa"
"Ai bugiardi non si crede neanche quando dicono la verità"
"A pagà e a murè gh'è sémper teemp"
"Per pagare e per morire c'è sempre tempo"Saldare un debito è doveroso, ma c'è sempre tempo per farlo, così come c'è sempre tempo per morire.
"El śbaglia anca el preet a dé mèsa"
"Sbaglia anche il prete nel dir messa"Per dire che nessuno è perfetto e un errore può capitare a chiunque.
"I dònn püsee se bàten, püsee diventen bun"
"Le donne più si battono e più diventano buone"Le femministe certo inorridiranno, ma tant'è. Così la pensavano un tempo gli uomini.
"La neef de ginee la impieend el granee"
"La neve di gennaio riempie il granaio"Se nevica nel mese di gennaio, si avrà un buon raccolto.
"Fraa Mudèst el diventa mai priûr"
"Fra' Modesto non diventa mai priore"L'eccessiva modestia impedisce di raggiungere nella vita traguardi legittimi e anche dovuti.
"Se peu minga cantà e purtà la crûs"
"Non si può cantare e nello stesso tempo portare la croce"Corrisponde all'italiano "fare il boia e l'impiccato", ossia non si possono fare due cose contemporaneamente.
"Laurà per Dominum nostrum"
"Lavorare per nostro signore" Lavorare senza compenso; lavorare per una mercede che non è di questa terra."Amûr e geluśia se fan sèmper compagnia"
"Amore e gelosia si fanno sempre compagnia""Dèmen, purtèm, ma nu cerchémen"
"Datemene, portatemene, ma non cercatemene"Sottintesi, naturalmente, i soldi. Il detto è chiaramente riferito agli avari. Nella sua stringatezza, è un capolavoro di sintesi.
"Chi s'ingüra l'invèrnu s'ingüra l'infèrnu"
"Chi invoca (si augura) l'inverno, invoca l'inferno"In tempi in cui il riscaldamento centrale ere di là da venire, l'inverno era per tutti una stagione assai dura.
"El carioeu de agn el fà vegné el cervèll buus"
"Il tarlo degli anni buca il cervello"Poetico, anche se tragico e tuttavia realistico, questo accostamento del tempo che passa, simbolicamente reso con l'immagine del tarlo, e il rimbambimento senile.
"Dòna giùina areent a un vècc, gh'è fioeu fina soeul tècc"
"Se una donna giovane sposa un vecchio, i figli arrivano numerosi"
"El mangià püsee bun l'è quèll in cà di àlter"
"Il mangiare migliore è quello in casa d'altri"Così si diceva, sia perché cambiar cucina significava anche cambiare sapori e soprattutto perché non costava fatica.
"L'è mèj fà negótt de nòcc che laurà del dé"
"É meglio non far niente di notte che lavorare di giorno"Battuta sagace di chi è allergico a piegare la schiena.
"Sees mees sèmper ciapà, sees mai refüdà"
"Per sei mesi sempre prendere, ma per sei mesi mai rifiutare"Nell'arco di un anno, bisogna studiarsi di sfruttare al massimo le occasioni della vita, sempre prendere (e naturalmente mai dare!).
"La cüra del tòt: mangià, beef e fà negótt"
"La cura di tutto: mangiare, bere e far niente"Mangiare, bere e non far nulla sono le premesse per garantirsi una vita comoda, impostata su di un epicureismo elementare ma estremamente apprezzato da chi trascinava la propria esistenza fra stenti e rinuncie.
"L'è cume l'èrba del sagraa, la fa gnaa bee gnaa maa"
"È come l'erba del sagrato non fa né bene, né male"L'espressione vuole significare che l'erba che cresce nel sagrato della chiesa non serve a nulla. E certe persone sono appunto come quest'erba: inutili.
"C'èrta geent l'è cume el carbun, de vîf scòten e de môrt téngen"
"Certe persone sono come il carbone, da vive scottano e da morte sporcano"
"El và maa èl cilìnder"
Modo di dire tipico della Lecco di un tempo. "Cilindro" era l'antico laminatoio di Arlenico che dava lavoro alla maggior parte dei nostri operai e segnava quindi il bello e il brutto tempo nell'economia lecchese. In periodi di crisi, se si domandava a un operaio o a un bottegaio: "Come va la vita?". ci si sentiva rispondere: "El và maa èl cilìnder!".
"A la prima se perduna, a la segunda se bastuna"
"Alla prima mancanza si perdona, alla seconda si punisce""Cun men sen fà cun men sen farèss"
"Meno si fa e meno si farebbe"Chi si abitua a non lavorare, trova sempre meno motivazioni per cominciare a farlo.
"La nòstra furtüna se la fèm cunt i nòster man"
"La fortuna ce la costruiamo con le nostre mani"Per fortuna si intende qui la capacità di costruirsi una posizione nella società e per far questo dobbiamo affidarci al nostro lavoro e al nostro talento.
"Beata quèla geent che la gh'ha vergótt de veend"
"Fortunata quella gente che ha qualcosa da vendere"Le entrate dei negozianti e dei bottegai erano considerate ben maggiori di quelle di chi lavorava sotto padrone.
"A scherzà i danee i te vòlta el cuu"
"Quando non si ha rispetto per i soldi, ci si ritrova senza"Al denaro va riservata considerazione, non si deve sciuparlo altrimenti finisce in miseria.
"Fà e desfà l'è toeutt un laurà"
"Fare e disfare è sempre lavorare""Un òm senza un tuchèll de miee l'è cume un muscun senza coo e senza pee"
"Un uomo senza moglie è come un moscone privo di testa e di piedi"Un uomo solo, senza l'affetto di una donna, è privo di vita, come un moscone senza testa e senza piedi.
"I dònn gh'han prûnt i làcrim cume la pisa i can"
"Le donne hanno le lacrime pronte così come i cani la pipì""La mèsa l'è lunga quând la devuzziun l'è cürta"
"La messa ci sembra lunga quando difettiamo di devozione"La messa, ma anche la molte incombenze della vita, ci sembra lunga se non c'è adesione convinta ai precetti della religione. Allo stesso modo come siamo insofferenti nel compiere i nostri doveri se non c'è convinzione.
"In la padèla l'è bun anca un sciatt"
"Nella padella è buono anche un rospo"In tempi in cui si faceva fatica a mettere insieme il pranzo con la cena, tutto (perfino un rospo) poteva servire a placare la fame. Insomma qualsiasi cosa, se ben cucinata, può diventare buona.
"L'amûr e la pâs, la spuśa che tâs, el foeuch impizzaa e la pulenta in del stagnaa"
"L'amore e la pace, la sposa che tace, il fuoco acceso e la polenta nel paiolo""A vèss dûlz de sânch se fà mai guadagn"
"Se si è dolci di sangue, non ci si guadagna"La bontà d'animo ha i suoi inconvenienti.
"Pochèti, ma tochèti"
"Pochi ma che si possano toccare subito"È meglio avere pochi soldi, ma adesso, piuttosto che tanti chissà quando.
"La vâr püsee la lapa che la zapa"
"Vale di più la parlantina che la zappa"Chi sa parlare è di certo avvantaggiato rispetto a chi non sa solo fare umili lavori manuali.
"L'ànema a Diu, el côrp a la tèra e la ròba a chi la va"
"L'anima a Dio, il corpo alla terra e la roba a chi spetta"Era questo il testamento spirituale dei poveri. Quel poco che avevano, e di cui non si curavano, andava agli eredi legittimi.
"El vin a bun mercaa el mena l'òm a l'uspedaa"
"Il vino a buon mercato porta l'uomo all'ospedale"Mai bere del vino cattivo, che costa poco, perché è dannoso alla salute.
"Vün per malass, vün per emendass e vün per muré"
"Un giorno per ammalarsi, uno per pentirsi dei propri peccati e uno per morire""Gnà dòna gnà tila al loeum de candìla"
"Al lume di candela non si sceglie la donna e neanche la tela"Prima di prendere una decisione importante occorre essere sicuri di ciò che si vede: al lume di candela non si è in grado di valutare né la bellezza della donna né quella della tela.
"Perdunà l'è de cristiàn, ma deśmentegass l'è de bèstia"
"Perdonare è da cristiani, ma dimenticarsi è da bestie"Il buon cristiano deve perdonare, certo, ma è bene che non dimentichi per evitare di essere buggerato una seconda volta.
"L'è mèj puarètt e furtünaa che sciûr e deśgrazziaa"
"Meglio poveri e fortunati che ricchi ma disgraziati"
"Majà al majòca, beef el bevòta, l'è a laurà ch'èl barbòta"
"Mangia a quattro palmenti, beve abbondantemente, ma se deve lavorare allora son lamenti"La frase è rivolta agli scansafatiche che amano però la buona cucina.
"El püsee bun di ross l'ha traa el sò pà in del pozz"
"Il più buono dei rossi (di capelli) ha buttato il proprio padre nel pozzo"Chi era rosso di capelli era considerato di indole cattiva, stigmatizzata senza appello da questo famoso detto popolare.
"Tira püsee un peel de vaca che un para de boeu"
"Tira più un pelo di vacca che un paio di buoi"La vacca qui non è certo l'animale, bensì la donna di facili costumi. Il detto vuole sottolineare la potenza del richiamo sessuale.
"A stu mûnd ghe voeur sémper una fèta de minciun in sacòcia"
"A questo mondo è bene avere sempre in tasca un po' di minchioneria"Come in italiano: far lo stupido per non pagare dazio.
"I dulûr i è cume i danee, chi che gh'i ha s'i a tee"
"I dolori sono come i soldi, chi li ha se li tiene"I nostri vecchi sapevano consolarsi dei dolori fisici.
"L'amûr, la fam e la toss i è trè ròbb che fan cugnoss"
"L'amore, la fame e la tosse sono tre cose che si fanno conoscere"Non si può nascondere l'amore, così come non è possibile reprimere la fame e la tosse.
"I sciuri che fan la caritaa gh'han el paradîs de ché e peu anca de là"
"I signori che fan la carità hanno il paradiso sia sulla terra che nell'aldilà"Amara riflessione del povero che nota come i ricchi che fan la carità si assicurano il paradiso dopo morti oltre a goderselo già in vita.
"Vàrdel bee, vàrdel toeutt, l'òm senza danee cume l'è broeutt"
"Guardalo bene, guardalo tutto, l'uomo senza soldi com'è brutto"I soldi son capaci di rendere bello anche chi è brutto.
"Insugnass de vèss vestii d'àngiul"
"Sognare di essere vestiti come un angelo"La frase è rivolta a chi ha strane pretese. Se per esempio un negoziante ti chiede un prezzo eccessivo per una merce, gli si dice se per caso si stia sognando di essere vestito come un angelo. Un tempo nei colleghi si premiavano i bambini più studiosi scegliendoli per la parte degli angeli nelle recite di fine anno scolastico. E siccome a vestirsi d'angelo i più bravi ecco che la frase significa: " Ma chi ti credi essere? Il più bravo di tutti?".
"Quând se gh'ha cuu, toeutt và deperluu"
"Quando si è fortunati, tutto riesce bene"La fortuna, nell'immaginario popolare, è alla base di qualsiasi riuscita nella vita e certo in questo c'è del vero. Se si è fortunati, ogni cosa va per il verso giusto.
"In cumpagnia s'è maridaa anca un fraa"
"In compagnia anche un frate ha preso moglie"Detto molto popolare che mette in risalto il valore dello stare insieme che spinge a fare cose altrimenti impensabili.
"A crumpà a crèta se tèta, e a pagà se crèpa"
"Comprare a credito è una pacchia e a pagare invece si muore"Se si compra e non si paga si vive in allegria. Non così se si paga, perché allora si muore. Non è certo una frase eticamente corretta ma, si sa, ai proverbi questo non si chiede.
"El maa el vee a carr e el và via a ûnz"
"il male ci colpisce spesso e in grande abbondanza e se ne va poco per volta (a once)"Quando ci si ammala, anche gravemente, ci vuol molto tempo prima che si riconquisti la salute. Il detto ha però anche un valore morale. Le sventure ci colpiscono in modo pesante e ci vuole tempo prima che riusciamo a sollevarci.
"Quând un òm el fa quèll pòcch ch'el peu, el déss quèll pòcch ch'el sa, el dà quèll pòcch ch'el gh'ha, l'è un òm de rispetà"
"Se un uomo fa quel poco che può, dice quel poco che sa, dà quell poco che ha, allora è da rispettare"
"La crûs la và sémper a cà del môrt"
"La croce va sempre a casa del morto"I guai e le disgrazie capitano sempre a chi ne ha già avute.
"A la sera légur a la matina pégur"
"Alla sera vispi come le lepri e alla mattina lenti come pecore"Così si dice di coloro che la sera no han mai voglia di coricarsi e alla mattina poltriscono a letto.
"La prèsa l'è buna de 'ndà al cèss quând che la scapa"
"La fretta va bene solo per affrettarsi al gabinetto quando scappa"Solo in quel caso è utile. Per tutto il resto meglio far le cose con ponderatezza.
"Vegné a la versüra"
"Venire a una conclusione, decidersi, e anche farsi vivi"Il termine "versüra" è dal termine latino "versura" che significa "estremità del solco".
"A sta cuj can s'empienèss de püres"
"Se si sta con i cani, ci si riempie di pulci""L'òm l'è casciadûr"
"L'uomo è cacciatore"Con questa frase si assolvevano un tempo tutte le intemperanze sessuali degli uomini, nonché i soprusi e le violenze.
"I śbali di dutûr van sott tèra senza tanti rümûr"
"Gli sbagli dei medici vengono sepolti (con il paziente) senza clamore"Massima purtroppo ancora attuale, anche se sempre meno applicabile, per fortuna.
"El prém ch'ha lauraa l'è crepaa"
"Il primo che ha lavorato è morto"Battuta scherzosa che invita a stare alla larga dal lavoro.
"Ògni cristian, bèll o broeutt, bun o gram ch'el sia, el gh'ha la sua umbrìa"
"Ogni cristiano, bello o brutto che sia, ha la sua ombra"Per tutti, a questo mondo, c'è un momento di soddisfazione nella vita; secondo un'altra interpretazione, la frase significa che ogni uomo ha il suo lato negativo.
"Quând vün l'è ciocch, toeucc i ghe dan de beef"
"Quando uno è ubriaco, tutti gli danno da bere"
"Incoeu in figüra e dumàn in sepultüra"
"Oggi occupiamo una posizione di rilievo nella società, ma domani ci aspetta solo la morte"
"Chi è môrt è môrt e chi vîf troeuva cunfôrt"
"Chi è morto è morto e chi è vivo trova conforto"È l'equivalente dell'italiano: chi è morto giace e chi è vivo si dà pace.
"Fin che gh'è fiaa gh'è vita"
"Finché c'è fiato c'è vita""L'è mèj speend danee in pan che in medeśénn"
"Meglio spendere soldi in pane anziché in medicine"Risparmiare sul cibo è spesso controproducente.
"Tre ròbb impusibil: fa tasè i dònn, fa corr i vècc, fa stà quiètt i bagàj"
"Tre cose sono impossibili: far tacere le donne, far correre i vecchi, tener quieti i bambini""Biśugna tegné a man el fiaa per quând se gh'ha de muré"
Bisogna risparmiare il fiato per quando si dovrà morire"La frase si rivolge in preferenza a chi parla a vanvera.
"Dòna che piânc, cavall che süda, òm che spergiüra, pòcch teemp el düra"
"Donna che piange, cavallo che suda, uono che spergiura, poco tempo dura""Quand vün l'è bun de laurá, l'è bun de fà toeutt"
"Quando uno è capace di lavorare è in grado di fare tutto""El teemp, i sciuri e el cuu fà quèll che voeur luu"
"Il tempo, i signori e il culo fanno quello che vogliono"Nulla possiamo contro i capricci del tempo atmosferico, la volontà dei ricchi e i ritmi del nostro intestino.
"Diu veed e Diu prueed"
"Dio vede e Dio provvede"In questo detto troviamo la totale accettazione divina.
"I pareent i è cume i scârp: püsee i è streenc e püsee i fà maa"
"I parenti sono come le scarpe: più sono stretti e più fan male"Tra i parenti spesso non corre buon sangue. E questo detto lo mette in evidenza con una immagine colorita.
"Cuj lìber se cunvee mangiàn pòchi e digeréj bee"
"Conviene leggere pochi libri ma digerirli bene"È inutile leggere molti libri se non ne approfondiamo il contenuto. Meglio leggerne pochi, ma farli nostri.
"Senza el quînt element a stu mûnd se fà nieent"
"Senza il quinto elemento (i soldi) non si può far nulla""Turnà indree a catà soeu la pèll di fîch"
"Tornare indietro a raccattare la pelle dei fichi"Si dice di chi sia costretto a riutilizzare ciò che in un primo tempo aveva scartato. La frase era spesso rivolta a quelle ragazze che rifiutavano i corteggiatori ritenuti non alla loro altezza e poi, passati gli anni, si accontentavano del primo che chiedeva loro di sposarle.
"Vèss un ghèper"
"Essere un incapace, un maldestro"È l'adattamento del cognome austriaco "Geppert". Così si chiamava il comandante di una guarnigione asburgica di stanza a Milano che fu inviata per fermare un gruppo di volontari lecchesi che si recavano verso il capoluogo per dar man forte ai patrioti milanesi durante le Cinque Giornate. Lo scontro ebbe luogo nei pressi di Monza ed i lecchesi ebbero la meglio mentre il comandante austriaco si diede a una precipitosa fuga. Così il suo cognome passò nell'uso comune a indicare persona che non sa fronteggiare una situazione. Vocabolo prettamente lecchese che affonda le sue radici nel Risorgimento cittadino.
"La minèstra l'è la biada de l'òm"
"La minestra è la biada dell'uomo"Difficile stabilire se il detto in questione corrisponda a verità. Certamente serviva per convincere tutti della necessità di mangiare la "broda" quotidiana. E questo riguardava soprattutto i giovani la cui fame avrebbe necessitato di qualcosa di più sostanzioso.
"I vizzi de natüra i se pòrta a la sepultüra"
"I vizzi di natura si conservano fino alla morte"Contro natura non si può andare e i vizi che fanno parte del nostro modo di essere ci accompagnano fino all'ultimo giorno di vita.
"Chi vuśa püśee la vaca l'è sua"
"La mucca è di chi grida di più"
"Chi che gh'ha el nâs che pisa in buca, guai a chi i a tuca"
"Guardati bene dal trattar male chi ha il naso aquilino"Massima popolare per mettere in guardia da coloro dal naso siffatto, considerato indice di perfidia.
"Om senza danee l'è una pianta mòrta in pee"
"L'uomo senza soldi è una pianta morta in piedi"Il detto traduce il latino "Homo sine pecunia imago mortis". In tutti i tempi i detti popolari attribuiscono una importanza fondamentale al denaro.
"Chi spera de veenc al lòtt, el và a l'infèrnu cul cuu biott"
"Chi spera di vincere al lotto, morirà in miseria (col sedere nudo)"Il detto mette in guardia coloro che dilapidano ogni avere inseguendo il miraggio delle vincite al lotto: finiranno i loro giorni senza una lira.
"L'è facil fà el pan cun la farina di àlter"
"È facile fare il pane con la farina degli altri"Diverso, ben più impegnativo, metterci del proprio.
"I prém risparmiaa i è i prém guadagnaa"
"I primi risparmiati sono i primi guadagnati"La saggezza dei nostri vecchi consigliava di risparmiare il denaro così da poterne disporre al bisogno.
"L'amûr el fà deventà goeuzz anca i bòcc"
"L'amore fa diventare aguzze anche le bocce""Quând la barba la ciapa el griśin, sara la pata e tàches al vin"
"Quando la barba comincia a ingrigire, chiudi la patta e attaccati al vino"Con l'avvicinarsi della terza età, non è più tempo di pensare al sesso e all'amore. All'uomo resta solo il vino.
"Puarètt i broeutt, i èn malveduu depertoeutt"
"Poveretti i brutti perché sono malvisti ovunque"L'uomo è meglio disposto nei confronti di una persona di bell'aspetto piuttosto che di una persona esteticamente non gradevole. Valeva un tempo, e, purtroppo, anche ai giorni nostri.
"Se vee al mûnd toeutt biott e se và via senza fagòtt"
"Veniamo al mondo nudi e ce ne andiamo senza portare nulla con noi""I danee i van a moeucc, chi gh'ha i sacòcc piee e chi gh'i ha soeucc"
"I soldi vanno a mucchi, chi ne ha le tasche piene e chi invece le ha asciutte""L'è mèj grîs che pelaa, l'è mèj pelaa che crepaa"
"Meglio essere grigio (di capelli) che pelati (calvi), ma è meglio essere calvi che morti"Così ci si consolava dei capelli grigi e della calvizie. Guai da niente rispetto alla morte.
"Mügia bò che l'èrba la crèss"
"Muggisci bue che l'erba cresce"È il corrispondente dialettale del celebre detto italiano: "Campa cavallo che l'erba cresce".
"A fa del bee se śbaglia mai"
"Non si sbaglia mai quando si fa del bene""El var püsee un cûlp de pèna che un cûlp de schèna"
"Vale più un colpo di penna che uno di schiena"Detto amato da chi non predilige i lavori faticosi.
"A l'avâr ghe cròda via gnaa un pieucc"
"All'avaro non cade nemmeno un pidocchio"L'avaro tutto accumula per sé. Nemmeno un pidocchio è disposto a cedere a qualcun altro.
"La lingua l'è senza òss ma la rûmp i òss"
"La lingua non ha osso ma rompe le ossa"È il "pedant", più colorito. del detto italiano: "Ne uccide più la penna della spada".
"Dulûr de coo el voeur mangià e dulûr de vénter el voeur cagà"
"Per far passare il mal di testa occorre mangiare. Contro il mal di pancia il rimedio è uno solo..."L'empirica soluzione ai malanni fisici dei nostri vecchi non conosceva sfumature.
"Chi gh'ha un mestee sta sémper in pee"
"Chi ha un mestiere se la cava sempre"Chi sa fare un certo lavoro, chi ha una professionalità in qualunque campo, ha sempre il pane assicurato.
"S'el vee de Mandèll el fà dumà burdèll; s'èl vee de Còsta el fà apòsta; s'el vee de Còm el mazza l'òm"
"Se viene da Mandello è solo scena, fa unicamente fracasso; se viene da Costa, sotto al Resegone, fa apposta; se viene da Como ammazza l'uomo"Quando il cattivo tempo arriva da Mandello, non c'è da preoccuparsi, così come quando il nero si addensa sul Resegone. Ma se viene da ovest (da Como) allora si scatenerà la furia degli elementi.
"Parlà indrézz e invêrs"
"Parlare diritto e rovescio"Significa parlare secondo il proprio tornaconto e, anche, cambiare le carte in tavola.
"Dumà la crapa di àśen la se pela minga"
"Solo la testa degli asini non diventa calva"Era il detto consolatorio per chi perde i capelli.
"Chi voeur cambià la miee la mena al sû de fevriee"
"Chi vuol cambiare moglie la porta sotto il sole di febbraio"Era convinzione che fosse pericoloso esporsi al sole di febbraio. E quindi se ci si voleva liberare della propria moglie...
"Nuémber l'è caìn: o se paga el fécc o se fà San Martin"
"Novembre è un mese terribile: o si paga l'affitto o si trasloca"Nel mese di novembre scadevano gli affitti e chi non pagava il dovuto doveva traslocare "Fà San Martin".
"El veent el moeur minga de la see"
"Il vento non muore di sete"Dopo il vento, si è sicuri che arriva la pioggia.
"El Signûr el manda el frècc a segunda di pagn che se gh'ha indòss"
"Il Signore manda il freddo secondo i vestiti di cui disponiamo"La solida fede dei nostri vecchi li aiutava ad accettare le tribolazioni della vita (el frècc), nella convinzione che il Signore ce le accollava a seconda della nostra capacità di sopportazione.
"A Natâl el śbacc d'un gall"
"A Natale lo sbadiglio di un gallo"A Natale il giorno comincia ad allungarsi, anche se di poco (lo sbadiglio di un gallo).
"L'è mèj vèss amîs d'un sciûr avâr che d'un puarètt generûs"
"Meglio essere amici di un ricco avaro che di un povero generoso"Da un ricco avaro può capitare di rimediare qualcosa, ma da un povero generoso...
"Febrâr l'è cuurt ma l'è pèsc d'un tuurch"
"Febbraio è corto ma è peggio di un turco"Dei mesi invernali febbraio era considerato il più rigido.
"El teemp, i sciuri e el cuu fan quèll che voeur luu"
"Il tempo, i ricchi e il culo fanno quello che vogliono"Frase colorita, ancorchè sgrammaticata per ragioni di rima, che stigmatizza la possibilità dei ricchi di fare ciò che vogliono, esattamente come il tempo, che nessuno può condizionare, così come i ritmi del nostro intestino.
"L'è mèj soeu del laźźarun che 'ndà a cà stracch"
"È meglio farsi dare del lazzarone che andare a casa stanchi"Piuttosto che lavorare e quindi stancarsi, meglio che ci chiamino lazzaroni. L'espressione è ovviamente tipica di chi non vuole rovinarsi l'esistenza sudando. I suddetti pare abbiano la cosiddetta "canèta de veder" (schiena di vetro).
"Chi laùra in Comϋn èl cuntenta nisϋn"
"Chi lavora in Comune scontenta tutti"Chi si occupa della cosa pubblica è fatale che non possa accontentare tutti.
"Tacà soeu de lavà gió"
"Appendere la pentola sul fuoco del camino per scaldare l'acqua che serva a lavare i piatti"In senso figurato la frase è passata a significare: rinunciare, mettere via l'idea, abbandonare la speranza.
"Andà a mangià l'insalada de la pârt di radîs"
"Andare a mangiare l'insalata dalla parte delle radici"Bella metafora della morte! Mangiare l'insalata dalla parte delle radici significa infatti essere morti e sepolti.
"Buśéj e giürameent, de sòlit i è pareent"
"Bugie e giuramenti, solitamente si assomigliano"Nella convinzione popolare, la bugia è certamente il difetto più diffuso.
"Quând la cumincia a 'ndà maa, anca la gaìna la và a fà l'oeuf foeura de cà"
"Quando comincia ad andar male, anche la gallina va a far l'uovo fuori casa""L'è mèj vèss un màgher padrun che un grass laurânt"
"Meglio essere un magro padrone che un grasso lavoratore"Piuttosto che alle dipendenze altrui, meglio una propria attività, anche se modesta.
"I danee i è faa de carta per fàj vulà e i han faa rutûnd per fàj birlà"
"I soldi sono fatti di carta per farli volare e li hanno fatti rotondi per farli girare"Spensierato invito a spendere, anziché ad accumulare.
"I disgrazzi i è cume i scirees, dedree a vüna ghen vee dees"
"Le disgrazie sono come le ciliege, dopo una ne arrivan dieci""I danee e l'amicizzia rùmpen i òss a la giüstizzia"
"I soldi e l'amicizia rompon le ossa alla giustizia"Anche chi ha torto, con i soldi e le amicizie riesce ad avere ragione.
"Quând i òmen i purtarà i cavèj lûnch e i dònn i calzun, el mûnd l'andarà a tumburlun"
"Quando gli uomini porteranno i capelli lunghi e le donne i calzoni, il mondo andrà in rovina"
"Quând che s'è furtünaa, pioeuf in del cuu anca a vèss setaa"
"Quando si è fortunati, piove nel culo anche se si è seduti"Al fortunato va tutto bene, gli piove (soldi) nel culo anche se è seduto.
"Quând s'è àśen el prém dé l'an, s'è àśen fina al dé de San Silvèster"
"Quando si è stupidi il primo dell'anno, lo si è fino a San Silvestro"La considerazione dei nostri vecchi per gli sprovveduti, gli ignoranti, i minchioni non conosceva mezzi termini. Quando uno veniva così giudicato non aveva speranza alcuna.
"L'amûr el bufa in la loeum de la reśun"
"L'amore soffia e spegne il lume della ragione"Chi arde d'amore, perde spesso il senso del razionale ed è portato a fare cose inconsulte.
"A palânch a palânch se fà ceent frânch"
"Poco per volta si mette insieme un gruzzolo di cento franchi""Fin che düra pan e vin se peu impipàsen del destin"
"Finché durano pane e vino, ci si può infischiare del destino"In tempi duri come quelli dei nostri vecchi, ciò che veramente contava era il nutrimento, anche scarso. Tutto il resto veniva dopo. Dimostrazione ulteriore che la fame era tanta.
"Vâr püsee un tuchèll de furtüna che tüta la sapienza de stu mûnd"
"Vale di più un pochino di fortuna che tutta la sapienza di questo mondo"Senza un po' di fortuna a poco vale la nostra cultura.
"Se un òm l'è san el gh'ha de pisà 'me 'n can"
"Se un uomo è sano, deve pisciare come un cane"Una frequente e abbondante diuresi è garanzia di buona salute per un uomo.
"Se te vee voeuja de laurà, sètes gió e làsela pasà"
"Se ti vien voglia di lavorare, siediti e falla passare"Un consiglio che riassume splendidamente tutta una filosofia di vita.
"I danee pàsen depertoeutt"
"I soldi passano dappertutto"Eterna verità che sottolinea il potere del denaro.
"El mûnd cun püsee el và innânz cun püsee el diventa catîf"
"Il mondo diventa sempre più cattivo""A traśà de giùen se patèss de vècc"
"Quando da giovani si scialacqua, da vecchi si patisce""A strafutenza ingiüsta, fà bee dumà la früsta"
"Contro l'ingiustizia e la sofferenza, l'unico rimedio è la frusta"Occorre reagire con forza (usando la frusta) contro le prevaricazioni.
"Quând la légur l'è in pee toeucc i can ghe curen adree"
"Quando la lepre è in piedi, tutti i cani le corron dietro"Significa che quando si profila del buono, tutti lo vogliono.
"Chi pisa mia el pisarà, chi caga mia el creparà"
"Chi non piscia piscerà e chi non caga morirà"I riferimenti scatologici erano molto frequenti nelle credenze contadine. Non c'era da preoccuparsi se si orinava poco, per il resto invece...
"Suldaa che scapa, l'è bun per un'altra vòlta"
"Soldato che scappa è buono per un'altra volta""Chi l'è buśârd, l'è làder"
"Chi è bugiardo è anche ladro"Per i nostri vecchi i due brutti difetti andavano sempre di conserva, e senza eccezioni.
"Se peu fà el mercânt senza avè stüdià el latin"
"Si può fare il mercante anche senza aver studiato il latino"Per alcune professioni e alcuni mestieri non è necessario avere una cultura profonda. Così, almeno, la pensavano un tempo.
"Un àśen sciûr l'è un sciûr, un àśen puarètt l'è un àśen"
"Un asino ricco è un ricco, un asino povero rimane un asino"Quando un uomo è ricco gode della considerazione del prossimo, ma uno stupido senza mezzi mezzi è solo un stupido.
"A la môrt biśugna pensacch sètt vôlt in d'un dé"
"Occorre pensare alla morte sette volte al giorno"
"Che moeur mai l'è l'anima, perché la te minga via de pòst"
"Chi non muore è l'anima perché non occupa posto"Definizione semplice ma efficace circa la mortalità dell'anima.
"Dò nûs in d'un sacch e dò dònn in d'una cà fan gran frecass"
"Due noci in un sacco e due donne in una casa fanno gran rumore"
"I cârt i è cume i piàtul: i và sémper adree aj cujuni"
"Le carte sono come le piattole, van sempre dai minchioni"Così dicevano i giocatori sfortunati per consolarsi: le carte sono come piattole...
"El vin el fà sânch, l'aqua la fà tremà i gâmb"
"Il vino fa sangue, l'acqua fa tremar le gambe"Un inno al vino, che irrobustisce e dà vigore, a differenza dell'acqua che rende deboli.
"Cunt el vin se cascia via la catramunascia"
"Il vino serve a scacciare la malinconia"Nella cultura popolare d'un tempo il vino è l'unico diversivo, l'unico rimedio contro le difficoltà di una vita grama. "Catramuscia" deriva da catràm "catrame" con un parallelo tra il suo colore nero e l'umore (nero) di chi è malinconico.
"Mârz l'è bagàj d'una baltròca: o ch'el pioef o tira veent o 'l fiòca"
"Marzo è figlio di donna bizzarra (ma baltròca sisnifica anche donna di malaffare): o piove o tira vento o nevica"Marzo è imprevedibile e il detto ce lo conferma in modo assai colorito.
"Chi capéss capéss e chi capéss minga patéss"
"Chi capisce capisce e chi non capisce patisce"Chi è colto e intellingente capisce e chi non lo è patisce, cioè nella vita è perdente.
"La fam l'è la salsa püsee buna che ghe sia"
"La fame è la salsa più buona che ci sia"Eterno proverbio che ritroviamo in tutte le culture e in tutte le lingue.
"Pìnul de cüśina, decòtt de cantina"
"Pillole di cucina, decotto di cantina"Celebre detto presente in tutti i dialetti. Le pillole di cucina sono le uova e il decotto di cantina è il vino; come dire che per star bene occorre rinforzarsi con uova e buon vino.
"Chi sa el latin, lòda l'aqua e beef el vin"
"Chi sa il latino, loda l'acqua ma beve il vino"Le persone colte, che intessono lodi all'acqua, quando si tratta di bere preferiscono giustamente il vino.
"I è duma i mèrli che vee minga grîs"
"Solo i merli non diventano grigi"Così dicevano gli uomini quando i capelli cominciavano a ingrigire: solo i merli (gli uccelli ma anche gli sciocchi) non ingrigiscono.
"El Signûr el lasa fà ma mia strafà"
"Il Signore lascia fare ma non strafare"Non si deve approfittare della bontà e della pazienza del Signore.
"Dònn e danee per i òmen i è mai asee"
"Donne e soldi per gli uomini non son mai abbastanza"
"Se el Signûr el perduna minga i pecaa de la braghèta, San Pèder el rèsta soeu deperluu a sunà la trumbèta"
"Se il signore non perdona i peccati della carne, San Pietro resterà lì da solo a suonare la trombetta"Splendida immagine volta ad assolvere le debolezze della carne che sono così diffuse negli uomini e nelle donne da indurre il Signore a chiudere un occhio; altrimenti San Pietro resterà da solo in Paradiso, consolandosi a suonar la trombetta.
"Dé "l'è bèla la mia miee", l'è un cercàsi de cudee"
"Dire "mia moglie è bella", significa cercarsi rogne come un babbeo""Murè cul còll stôrt"
"Morire col collo storto"Si dice di persona avara che anche in punto di morte rivolge lo sguardo ai propri averi.
"A lavà el coo aj àśen se straśa el saùn"
"Se si lava la testa agli asini, si sciupa il sapone"La frase significa che è inutile usare gentilezza nei confronti di chi non è in grado di apprezzarla.
"Quând el côrp el se früsta, l'ànima la se giüsta"
"Quando il fisico soffre, ne guadagna l'equilibrio dell'anima"Era uno sprone che i nostri vecchi si davano per accettare le sofferenze fisiche attraverso le quali ci si elevava spiritualmente.
"Bun de lapa, scârs de pata"
"Lingua sciolta ma patta scarsa"Il detto si riferisce a chi millanta le proprie conquiste amorose, ma che alla prova dei fatti si rivela una delusione.
"L'è mèj scampà débul che muré fôrt"
"È meglio vivere malaticcio che morire nel pieno delle forze"La sapida ironia dei proverbi antichi è ancora di una forza straordinaria.
"Chi che gh'ha la dòna bèla l'è minga sua"
"Chi ha la moglie bella di certo non è sua"La donna bella ha molti ammiratori e i poveri mariti ne subiscono le conseguenze.
"Chi gh'ha minga de fastidi el và a cercàj cul lanternin"
"Chi non ha fastidi, se li va a cercare col lanternino"Chi ha una vita comoda sembra difficoltà se le veda a cercare.
"Chi gh'ha danee fà danee e chi gh'ha mia danee fà scüśà el cuu per candilee"
"Chi ha soldi fa soldi e chi non ne ha usa il culo per candeliere"Frase terribile nella sua grande crudeltà.
"Ne moeur tanti de giùen ma de vècc ne scampa gnaa vün"
"Sono tanti i giovani che muoiono, però nemmeno un vecchio sopravvive"I giovani possono morire per le cause più diverse. Quello che è certo è che i vecchi non sono eterni.
"Andà a ciapà i ratt al fósch"
"Andare a prendere i topi quando è buio"La frase era rivolta a chi non sapeva combinare nulla di buono. Per catturare i topi è necessario prima di tutto poterli vedere, altrimenti non si cattura niente di buono.
"Fina ai quaranta de masc, se gh'ha mia de mulà i strasc"
"Fino al 10 giugno non ci si deve alleggerire negli indumenti"Mai illudersi dei primi caldi. Persino in giugno può tornare il rigore dell'inverno.
"Laùra püsee el diàul che el Signûr"
"Lavora di più il diavolo del Signore"Per sottolineare quanta cattiveria c'è nell'uomo.
"I dònn i è cume i gatt:i è muruśétt ma śgrafignen de matt"
"Le donne sono come i gatti: sono morbide ma graffiano molto"
"Toeutt va al cuu, via del mànech del cazzuu"
"Tutto arriva al sedere, tranne il manico del testicolo"Cruda ma colorita espressione che invita a non essere troppo schizzinosi o esigenti nel mangiare, tanto...
"A fà el dutûr gran pràtega ghe voeur: e pràtech se fà vün soeu ceent che moeur"
"Ci vuole molta pratica per diventare medico. Ma un medico diventa esperto (pratico) dopo un centinaio di pazienti morti"
"El fiòca: el paradîs di puarètt l'è suta a la sòca"
"Nevica: il paradiso dei poveretti è sotto la gonna"Quando il tempo è inclemente, nevica e fa freddo, i poveretti trovano consolazione (el paradîs) nelle grazie della donna.
"La bulèta la güzza el taleent"
"La bolletta aguzza l'ingegno"Quando siamo in bolletta, troviamo sempre il modo di racimolare qualche soldo, mettendo a frutto le nostre capacità.
"Se peu muré de maa, ma anca de remédi"
"Si può morire per conseguenza di una malattia, ma anche di rimedi"Come a dire che la cura è spesso peggiore del male.
"L'è mèj èl vin câld che l'aqua frèsca"
"Meglio il vino caldo dell'acqua fresca""Chi l'è nasuu de la gaìna sémper rüspa in la pulina"
"Chi è nato dalla gallina razzolerà sempre nello sterco"La frase viene rivolta di norma ai "parvenus" che con il loro modo di fare e di agire riveleranno sempre la loro origine.
"Cantà el demi demi"
"Cantare il datemele datemele"L'espressione è usata nei confronti di chi scoccia qualcuno sino a fargli perdere la pazienza, tanto da indurlo a una reazione manesca.
"La libertaa de fà e desfà gh'è mia danee che la poeuda pagà"
"La libertà di fare e disfare, non ci son soldi che la possan pagare"
"Quând la tàra l'è bagnada làsela sta che l'è malada"
"Quando la terra è bagnata, lasciala stare perchè è malata"Significa che non è nelle condizioni per essere lavorata.
"O che l'è calûr o che i è lûr"
"O è il calore o sono loro"Quando i bambini si grattavano la testa, si usava dire che la causa era il calore oppure...loro, cioè i pidocchi.
"La belèzza di dònn l'è in di eucc di òmen"
"La bellezza delle donne è negli occhi degli uomini""Catîf' me la tempèsta de macc"
"Cattivo come la tempesta di maggio"Le tempeste di maggio sono devastanti e quindi estremamente cattive. Dire a qualcuno che è cattivo come la tempesta di maggio è come dirgli che è di una perfidia senza pari.
"Un mestee l'è un gran granee"
"Un mestiere è come un ricco granaio"Per dire che chi conosce un mestiere avrà sempre dei buoni guadagni.
"Quând ghe n'è pioeu, crèpa l'aśen e què che gh'è soeu"
"Quando non ci sono più soldi, muoiono l'asino e chi gli sta in groppa"Filosofia spicciola. La frase è spesso usata quasi a giustificare lo spendere e spandere finché ci sono soldi. Poi si vedrà...
"Chi fa cum'el voeur scampa ceent'an"
"Chi fa a modo suo campa cent'anni"Non c'è come decidere di testa propria per assicurarsi una lunga vita. Così almeno la pensavano i nostri vecchi.
"L'è mèj sta ché pruviśòri che de là stàbel"
"Meglio star provvisori a questo mondo che stabili nell'altro"L'amore per la vita, anche per quella grama di di un tempo, è esaltato da questo detto, di un umorismo quasi "inglese".
"L'è mèj sta aj prém dagn"
"È meglio stare ai primi danni"Frase usatissima ancora oggi. Significa non esporsi troppo, non fare il passo più lungo della gamba, non approfittare a lungo di una situazione favorevole.
"Per imparà biśugna śbaglià"
"Per imparare bisogna sbagliare"
"Fà negótt l'ha mai lauraa"
"Il far niente non ha mai lavorato""Intânt che pisa el can scapa la légur"
"Mentre il cane piscia, la lepre scappa"Nelle cose importanti no c'è mai tempo da perdere.
"A San Michee la pianta l'è tua e i fîch i è mè"
"A San Michele la pianta è tua e i fichi sono miei"Dopo la fine di settembre (San Michel cade il 29) i fichi non sono più buoni.
"El sta mèj un ratt in buca a un gatt che un clieent in man d'un aucatt"
"Sta meglio un topo in bocca a un gatto che un cliente nelle mani di un avvocato"
"L'è mèj un lümin denânz che 'na tòrcia dedree"
"Meglio un lumino davanti che una torcia dietro"Meglio pregare davanti a un lume piuttosto che essere seguiti da una torcia al proprio funerale.
"Preet in capèla nutizzia bèla"
"Prete col cappello porta buone notizie"Questo detto, come molti altri, fa parte di una bonaria superstizione, un tempo molto diffusa.
"L'è pecaa muré perché se n'impara vüna toeutt i dé"
"Peccato morire perché ogni giorno si impara qualcosa"L'uomo non smette mai di apprendere, fino all'ultimo giorno di vita.
"Quând el maré el fa tèra, la dòna la vee bèla"
"Quando il marito fa la terra (cioè è morto e sepolto), la donna diventa bella"L'indipendenza dal marito che spesso la tiranneggiava, il mutamento di vita, la conquistata libertà, sono tutte condizioni che agiscono positivamente sull'aspetto fisico della vedova.
"Al mûnd de là se pòrta dree dumà dò ròbb: el bee e el maa"
"Al mondo di là portiamo con noi solo due cose: il bene e il male che abbiamo fatto in vita"Tutto il resto, ricchezze e onori dobbiamo lasciarlo.
"Püsee che vècc se peu minga scampà"
"Non si può vivere oltre la vecchiaia"Il tempo dell'uomo ha un limite massimo. Oltre a quello non è consentito sperare.
"El vâr püsee un pàser in man che ceent soeul campanin"
"Vale di più un passero fra le mani che cento sul campanile"Conta nella vita ciò di cui possiamo disporre, anche se poco, e non ciò che desideriamo, spesso per noi irraggiungibile.
"La vita l'è cume la scalèta del pulee: cürta, in pee e piena de mèrda"
La vita è come la scaletta del pollaio: corta, ripida e piena di merda"Pessimistica visione della vita, resa però con grande forza espressiva.
"Cun l'ârt e cun l'ingan se vîf metaa de l'an, cun l'ingan e cun l'ârt se vîf anca l'altra pârt"
"Con l'arte e l'inganno si vive metà dell'anno, con l'inganno e con l'arte si vive anche l'altra parte"Con l'inganno e l'arte d'ingannare si riesce a sbarcare il lunario.
"Lauraa per la geśa de Vàver"
"Lavorare per la chiesa di Vaprio d'Adda"Lavorare gratuitamente perché si tramanda che la chiesa di Vaprio sia stata costruita con il lavoro gratuito degli abitanti del paese.
"Pelà la gaìna senza fala crià"
"Spiumare la gallina senza che se ne accorga (senza farla gridare)"Significa essere così abili da sfruttare situazioni e persone senza che nessuno se ne accorga.
"Züca e melun a la sua stagiun"
"La zucca e il melone si mangiano nelle stagioni in cui crescono"Per dire che ogni cosa deve essere fatta a tempo debito.
"Per fà la pulenta ghe voeur l'òli de gùmbet"
"Per far la polenta, ci vuol fatica"In qualsiasi lavoro, occorre impegnarsi e faticare.
"Quând se na peu pieu, se tàchem al bun Geśoeu"
"Quando siamo disperati, ricorriamo al buon Gesù"
"Quând se g'ha fam l'è bun anca el pan sânt"
"Quando si ha fame ci si accontenta anche del solo pane"In mancanza di meglio la fame si "accontenta" anche del pane senza companatico. L'espressione "pan sânt" sottolinea quanto sia da considerarsi benedetto il pane quotidiano che, secondo la fede popolare, ci è dato grazie alla provvidenza divina.
"Danee fà danee, pieucc fà pieucc"
"Con i soldi si fanno soldi, con i pidocchi si fanno solo pidocchi"Chi ha soldi e abilità riesce a far fruttare i suoi quattrini.
"Senza danee gnaa i preet i canta mèsa"
"Senza i soldi nemmeno i preti cantan messa"In tutte le cose umane l'interesse occupa un posto primario. Senza ricompensa nessuno è disposto ad impegnarsi.
"Cuu bass, patèj e fass"
"Culo basso, pannolini e fasce"Era convinzione che le donne dal sedere basso fossero molto prolifiche.
"El rîs el nass in l'aqua e el voeur muré in del vin"
"Il riso nasce nell'acqua ma vuol morire nel vino"Mangiando il riso, accompagnarlo sempre con del buon vino.
"Per scampà un pèzz ghe voeur bun zòcul, bun bròcul, bun capèll e pòcch cervèll"
"Per vivere a lungo occorrono i piedi asciutti, cibi vegetariani, testa coperta e pochi pensieri""Sott al campanin se patéss gnaa pan gnaa vin"
"All'ombra del campanile non mancano né pane né vino"Detto un tempo caro agli anticlericali. La protezione della chiesa garantisce il necessario per vivere.
"El quatrìn l'è quèll che fa cantà l'urbìn"
"Il quattrino fa cantare l'orbo"Per i soldi canta l'orbo che chiede l'elemosina, intendendo dire che col denaro si può far fare quel che si vuole.
"Chi tee a man scampa fina a duman"
"Chi risparmia vive fino a domani"Intendendo dire che chi non spreca, non ha l'assillo di mettere insieme domani il pranzo con la cena.
"Amûr de fradèll, amûr de curtèll"
"Amore di fratello, amore di coltello"L'amore fraterno dovrebbe essere intenso e profondo. I nostri vecchi, invece, la pensavano diversamente.
"Un diamânt cunt un quàj difètt l'è mèj d'un sass perfètt"
"È meglio un diamante con qualche difetto che un sasso perfetto"Ciascuno di noi ha qualche difetto, ma è sempre meglio avere qualche pecca piuttosto che apparire belli e inappuntabili, ma insulsi.
"Geent che se marida de vècc, teemp che vee bèll de sira, preet che trà via el cularin, i fan toeucc 'na brüta fin"
"Gente che si sposa ormai anziana, tempo che rasserena di sera, preti che buttano la tonaca alle ortiche fan tutti una brutta fine"La saggezza popolare sconsigliava il matrimonio in età non più giovane, così come non si fidava del tempo che migliorava la sera e dei preti che si spretavano.
"Serenass de nòcc, maridass de vècc, sumenà de macc l'è 'n afàri frècc"
"Rasserenarsi di notte, sposarsi da vecchi, seminare di maggio sono tutte cose che non producono"Infatti il sereno che viene di notte non dura, così come non dà emozioni lo sposarsi in tarda età né dà frutti seminare nel mese di maggio.
"Laùra, laùra, la vita la va in malùra"
"Si lavora, si lavora, e intanto la vita si comsuma"
Il detto nasconde una certa psessimistica visione della nostra esistenza. Si lavora tutta la vita e non ci si accorge che gli anni migliori trascorrono segnati dalla fatica
"A stu mûnd biśugna fà del bee a toeucc"
"A questo mondo bisogna fare del bene a tutti""El vin l'è la tèta di vècc"
"Il vino è il capezzolo dei vecchi"Così come neonato si attacca al capezzolo della madre, il vecchio ritrova vigore nelle forti bevute di vino.
"El stüaa biśugna pudèll mangià cunt èl cügiaa"
"Lo stufato si deve poter mangiare col cucchiaio"Cioè deve essere tenerissimo.
"I danee guadagnaa senza südûr se spenden senza dulûr"
"I soldi guadagnati senza fatica, si spendono a cuor leggero"Solo quando si fa fatica a mettere da parte qualche soldo se ne apprezza il valore.
"Quând Muntalban el gh'ha soeu èl capèll, corr a cà a teu soeu l'umbrèll"
"Quando il Montalbano è coperto dalle nuvole, corri a casa a prendere l'ombrello.Il Montalbano, chiamato anche Monte Melma, è al centro della corona di monti che cingono Lecco e la sua valletta. Se una nuvola si posa sulla sua cima, la pioggia è in arrivo. almeno così si credeva.
"Dàghen a che rîd e toeughen a chi piânc"
"Danne a chi ride e togline a chi piange"Il detto consiglia di non lasciarsi ingannare da chi lamenta in continuazione guai e mancanza di soldi. Sono solo pantomime. Chi ride, cioè chi si comporta con dignità e senza chiedere nulla a nessuno, è degno del nostro rispetto e anche del nostro aiuto.
"In mancanza de cavàj se fà trutà i àśen"
"In mancanza di cavalli, si fanno trottare gli asini"Nella vita occorre adattarsi.
"Na sa püsee el cürât cun la sèrva che el cürât deperluu"
"Ne sa di più il curato con la serva che il curato da solo"Considerazione profonda nella sua semplicità. Chi non si confronta con gli altri è più povero di conoscenza.
"Fà strînch de la pèll"
"Fare sringhe della propria pelle"Consumarsi di lavoro e di fatica.
"A stu mûnd se fà püsee prèst a truà un buśârd che un làder"
"A questo mondo ci son più bugiardi che ladri"Nella convinzione popolare, la bugia è certamente il difetto più diffuso
"Trè dònn fan el mercaa de Ugiòn"
"Tre donne fanno il mercato di Oggiono"Quando le donne parlano fra loro, anche se sono in poche fanno un gran vociare che ricorda la confusione dei giorni di mercato.
"Quèll sârt che laùra tròpp, el va in gîr cui brâch rott"
"Quel sarto che lavora troppo, va in giro con i calzoni rotti"Chi pensa troppo agli altri rischia di trascurare se stesso.
"De gioeust gh'è dumà la môrt"
"L'unica cosa giusta è la morte"Intendendo che nessuno può sfuggirle, anche se le modalità sono diverse per tutti: chi muore giovane e chi in tarda età.
"Mercânt de pèll de ingüra"
"Mercanti di pelli d'anguria"Così vengono chiamati i venditori di fumo, gli imbroglioni.
"La cazzouela senza cùdega, l'insalata senza aj, l'è istèss d'una spùsa senza bagài"
"La verzata senza le cotenne, l'insalata senza aglio, sono come una sposa senza figli"Il paragone è un classico della cultura contadina. Il matrimonio non aveva senso se non c'erano i figli e la sposa che non riusciva a metter al mondo alcun erede era vista come una donna sfortunata. Qui il parallelo con il mondo gastronomico è calzante, anche perchè ci si rifà a due piatti forti della nostra tradizione.
"L'aqua l'è buna de lavà i pè"
"L'acqua può solo servire per lavarsi i piedi"Solo il vino, dunque, si deve bere a tavola.
"Danee e pecaa metaa de la metaa"
"Soldi e peccati, metà della metà"È sempre difficile giudicare il in fatto di peccati e soldi altrui.
"Chi ha mia pescaa agun per San Giuàn, sò dagn"
"Chi non ha pescato gli agoni a San Giovanni, se ne pentirà"Il 24 giugno è il giorno migliore per pescare gli perché se ne trovano in gran quantità.
"Laurà cun legrìa l'è 'l mèj che ghe sia"
"Lavorare con allegria è la cosa migliore che ci sia"A dispetto del duro lavoro di un tempo, si consigliava di non perdere l'allegria che sapeva renderlo meno pesante.
"La matina l'è la mader di facc"
"La mattina è la madre delle faccende"Corrisponde al proverbio italiano "la mattina ha l'oro in bocca".
"San Giuàn fa mai l'ingan"
"San Giovanni non inganna mai"L'espressione è da riportarsi al rapporto strettissimo fra il padrino di battesimo e il suo figlioccio, un rapporto che esclude qualsiasi inganno. E il primo rapporto di questo tipo è stato quello fra San Giovanni Battista e il Cristo.
"Natâl in piazza, Pasqua in brasca; Natâl in brasca, Pasqua in piazza"
"Natale in piazza, Pasqua accanto alla brace; Natale vicini alla brace, pasqua in piazza"Se a Natale il tempo è bello tanto da poter uscire in piazza, aloora a Pasqua farà brutto e si rimane in casa vicini alla brace de camino.
"Se l'òm el gh'avèss tanti eucc cume el cribi el gh'ha tanti beucc, istèss la dòna ghe la fa suta i eucc"
"Se l'uomo avesse tanti occhi quanti buchi ha il crivello, ugualmente la donna gliela farebbe sotto agli occhi"
"Se te voeuret fatt un nemîs, prèsta danee a un amîs"
"Se vuoi farti un nemico, presta soldi ad un amico""Segnass cunt un gùmbet"
"Farsi il segno della croce col gomito"Impresa impossibile. Si usa dire così quando si esce bene da un rischio molto grave che si è corso. Equivale quindi a "cavarsela per il rotto della cuffia".
Cume se fà a fà ròba? E l'eco el dèss: "ròba, ròba, ròba!"
Come si fa a fare roba (accumulare ricchezze)? E l'eco risponde: "ruba, ruba, ruba""Chi teu miee a bunura, cuj sò fioeu el laùra"
"Chi si sposa presto, lavorerà con i propri figli"Chi diventa padre in età molto giovane, avrà la fortuna di esserlo ancora, tanto da poter lavorare con i propri figli.
"Aria de filidüra, aria de sepultüra"
"Aria di fessura, aria di sepoltura"C'è del vero in questa massima popolare: gli spifferi d'aria nuocciono alla salute e possono avere conseguenze gravi.
"La buca l'è mai straca se la sa mia de vaca"
"La bocca non è mai stanca (di mangiare) fino a quando non sa di vacca"È sempre stata opinione comune che ogni pranzo si deve concludere con il formaggio.
"Tanti mangen feel per spüà feel"
"Molti mangiano fiele per poter sputare fiele"Il massimo della perfidia: pur di poter sputare (addosso agli altri) si è disposti anche a mangiar fiele.
"Deent per deent birla gió la braga anca al sapieent"
"Di tanto in tanto anche il sapiente fa una brutta figura (perde i pantaloni)"A ogni uomo può capitare di far brutte figure.
"Indùe ghe n'è ghen va"
"I soldi vanno sempre dove già ce ne sono tanti""Cun men sen sa, püsee bee se sta"
"Meno se ne sa, meglio si sta"La conoscenza può essere causa di dubbi e problemi esistenziali. Per i nostri vecchi meno se ne sapeva e meglio si viveva.
"Chi gh'ha la dòna brüta l'è sicuur che l'è sua tüta"
"Chi ha la donna brutta, è sicuro di averla tutta per sé"I mariti delle donne brutte possono dormire sonni tranquilli.
Festa di Sajopp 2017
GIOVEDI' 11
- 19.00 - Apertura Bar, Cucina e Pizzeria
- 20.00 - Welcome to Insomnia live - spettacolo musicale di Gianluca Alzati e i Rizza Jordan
- 21.30 - Lezione gratuita di Zumba con istruttrice ZIN Giordana Bonacina
VENERDI' 12
- 19.00 - Apertura Bar, Cucina e Pizzeria
- 20.00 - Spettacolo musicale presso il Mausoleo a cura dell'Istituto Comprensivo "A. Sassi" di Renate
- 21.00 - Rock&Pop@Sajopp - Musica live con
- 21.00 - One Night Blues (Blues)
- 22.00 - Semposs (Cover Rock)
SABATO 13
- 14.00 - Apertura Bar
- 14.00 - Apertura Mausoleo con Visite Guidate (fino alle 17.30)
- 19.00 - Apertura Cucina e Pizzeria
- 22.00 - Musica dal vivo con i Con un Deca (Tributo a Max Pezzali & 883)
DOMENICA 14
- 09.00 - Apertura Mausoleo con Visite Guidate (fino alle 11.30)
- 09.00 - Mercatino degli Hobbisti e delle Associazioni
- 09.00 - Apertura Bar
- 11.00 - 70 anni di mito - Esposizione auto Ferrari a cura del Ferrari Club di Como
- 12.00 - Apertura Cucina e Pizzeria
- 14.00 - Apertura Mausoleo con Visite Guidate (fino alle 17.30)
- 15.00 - "Guglia, cilindro e crinolina: l'Ottocento al Mausoleo" - Promenade, valzer, quadriglie e danze di società a cura della Compagnia Nazionale di Danza Storica
- 17.30 - S. Messa c/o Mausoleo Visconti
- 19.00 - Apertura Cucina e Pizzeria
- 21.30 - Musica live con Alice e Luca (duo acustico)